Come creare contenuti di valore

Autore
Ciro ScopeceCreare contenuti di valore secondo Google
Creare contenuti di valore oggi non significa solo scrivere bene. Significa rispondere ai bisogni reali delle persone, con testi affidabili, chiari e pensati per essere davvero utili.
I sistemi di ranking di Google premiano sempre più i contenuti capaci di informare, aiutare o guidare gli utenti, invece di quelli realizzati solo per scalare le SERP. Questa guida nasce proprio per aiutare chi crea contenuti a capire se sta andando nella giusta direzione: quella dei contenuti pensati per le persone, non per i motori di ricerca.
Valutare la qualità dei tuoi contenuti: da dove iniziare
Capire se i tuoi contenuti funzionano davvero parte da una domanda semplice: sono utili per chi li legge? E soprattutto: rispondono a una ricerca di parole chiave ben fatta?
Per scoprirlo, è fondamentale esercitare un’autovalutazione critica e sincera. Non basta guardare i dati di traffico: serve chiedersi se ciò che hai pubblicato è originale, chiaro, rilevante. E per avere una visione oggettiva, può essere utile anche il parere di persone esterne, non coinvolte nel progetto.
Un altro passaggio chiave è analizzare i cali di performance. Quali pagine hanno perso visibilità? Per quali query? A volte le risposte sono già lì, nei dettagli di ciò che pubblichi.
Per orientarti, ecco alcune domande guida per mettere alla prova la qualità dei tuoi contenuti:
- Offrono analisi, studi o ricerche originali?
- Affrontano l’argomento in modo completo e approfondito?
- Propongono un punto di vista personale e non scontato?
- Se derivano da altre fonti, aggiungono valore reale o sono solo una riscrittura?
- Il titolo è chiaro, descrittivo, coerente con il contenuto?
- Evita toni sensazionalistici o forzati?
- È un contenuto che condivideresti volentieri o salveresti tra i preferiti?
- Potrebbe essere citato in una rivista o in un libro cartaceo?
- Ha più valore rispetto ad altri risultati simili in SERP?
- È scritto in modo corretto, senza errori o distrazioni stilistiche?
- Dimostra attenzione e cura oppure appare approssimativo e sbrigativo?
- È parte di una produzione di massa o poco curata, distribuita su molti siti senza identità?
Queste domande non servono solo a “piacere a Google”, ma a migliorare la qualità reale di ciò che pubblichi.
Competenza e credibilità: il valore di chi scrive
La fiducia si conquista anche con il modo in cui vengono presentate le informazioni. Non basta dire qualcosa: serve dimostrare di sapere ciò che si dice.
Quando un utente legge un contenuto, si chiede spontaneamente: “Posso fidarmi?”. Ecco perché è essenziale offrire segnali chiari di affidabilità, come fonti citate, riferimenti verificabili e informazioni trasparenti sull’autore o sul sito che pubblica il contenuto.
In questa fase, porsi alcune domande può fare la differenza:
- Il contenuto è supportato da fonti attendibili e dichiarate?
- Sono indicate le competenze di chi lo ha scritto o revisionato?
- È presente una pagina autore o un profilo consultabile con ulteriori dettagli?
- Chi legge il sito per la prima volta percepisce autorevolezza e professionalità?
- Il testo è stato redatto o almeno verificato da qualcuno che conosce davvero l’argomento?
- Sono presenti errori oggettivi o affermazioni facilmente smentibili?
Essere esperti non basta: bisogna saperlo comunicare. E oggi, più che mai, la trasparenza è una forma di autorevolezza.
Esperienza utente: ciò che davvero fa la differenza
Un buon contenuto non basta, se chi lo legge si trova su una pagina lenta, disordinata o difficile da navigare.
I sistemi di ranking di Google tengono sempre più conto dell’esperienza complessiva offerta dalla pagina. Questo significa che la qualità del testo va di pari passo con elementi tecnici, visivi e di usabilità. L’obiettivo? Premiare le pagine che non solo informano, ma che lo fanno nel modo più fluido, chiaro e accessibile possibile.
Per chi gestisce un sito, concentrarsi su uno o due aspetti — come la velocità di caricamento o il design — non è più sufficiente. L’esperienza dell’utente è un insieme di fattori che lavorano in sinergia: leggibilità, struttura, mobile-friendliness, interattività, tempo di permanenza, fluidità di navigazione.
La domanda da porsi è semplice:
questa pagina è davvero piacevole da navigare, oltre che utile da leggere?
Scrivere per le persone, non per scalare la SERP
I contenuti che funzionano non sono quelli costruiti per accontentare gli algoritmi, ma quelli capaci di rispondere davvero ai bisogni degli utenti e agli intenti di ricerca.
Oggi Google valorizza le pagine che aiutano, informano, chiariscono. E penalizza chi cerca scorciatoie, chi scrive pensando solo a “piacere” al motore di ricerca. La domanda giusta non è “piacerà a Google?”, ma “servirà a chi legge?”
Per capire se stai seguendo la strada giusta, prova a rispondere “sì” a queste domande:
- Scrivi per un pubblico reale che potrebbe trarre beneficio da ciò che pubblichi?
- Racconti esperienze dirette, con esempi pratici e concreti?
- Il tuo sito ha uno scopo chiaro, riconoscibile e coerente?
- Dopo aver letto un tuo contenuto, un utente trova ciò che cercava?
- Il lettore si sente soddisfatto o costretto a cercare altrove?
Ma attenzione: ci sono anche segnali di allarme. Se ti riconosci in uno o più dei comportamenti seguenti, è tempo di ripensare la tua strategia:
- Scrivi solo per ottenere traffico da Google?
- Produci articoli su qualsiasi tema, sperando che “funzionino”?
- Affidi la creazione dei contenuti ad automazioni su vasta scala?
- Ti limiti a riassumere contenuti altrui, senza alcun valore aggiunto?
- Segui le mode del momento, anche fuori dal tuo ambito?
- Forzi un numero minimo di parole, perché “così piace a Google”?
- Scegli argomenti di nicchia solo per fare volume, senza competenza?
- Prometti risposte che in realtà non esistono (es. date non confermate)?
- Aggiorni solo le date dei contenuti, lasciando il testo invariato?
- Crei e cancelli contenuti per sembrare sempre attivo, senza reale utilità?
La verità è semplice: Google non premia i trucchi. Premia l’utilità, la qualità, la chiarezza. E chi scrive mettendo al centro le persone, non i bot.
Ecco una checklist visiva per distinguere buone e cattive pratiche nella creazione di contenuti:
Buone pratiche | Cattive pratiche |
---|---|
Scrivi per un pubblico reale e definito | Scrivi solo per ottenere traffico da Google |
Condividi esperienze dirette e conoscenze concrete | Riassumi contenuti altrui senza aggiungere valore |
Il tuo sito ha uno scopo chiaro e coerente | Tratti argomenti casuali solo per intercettare traffico |
Rispondi concretamente ai bisogni dell’utente | L’utente è costretto a cercare altrove |
Prometti solo ciò che puoi realmente offrire | Speculi su domande senza risposta certa |
Aggiorni i contenuti con nuove informazioni | Modifichi solo le date senza aggiornare il testo |
Scrivi quanto basta per essere utile | Usi un numero di parole fisso per “piacere a Google” |
SEO e qualità: quando l’ottimizzazione incontra la fiducia
Ottimizzare per i motori di ricerca non significa scrivere per gli algoritmi, ma aiutare le persone a trovare ciò che cercano, nel modo più chiaro e utile possibile.
La SEO — acronimo di “Search Engine Optimization” — non è una scorciatoia né un trucco. È un insieme di pratiche che possono facilitare la comprensione e l’indicizzazione dei contenuti da parte dei motori di ricerca. Se usata nel modo corretto, la SEO diventa uno strumento al servizio della qualità, non un fine in sé.
Come sottolinea la guida ufficiale di Google, l’ottimizzazione ha senso quando supporta contenuti pensati per le persone, e non quando serve a mascherare testi privi di valore.
Ma cosa definisce un contenuto davvero “di valore”? Entra in gioco il concetto di E-E-A-T e la necessità di capire le query degli utenti, come ad esempio le query commerciali o informative.: Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, ovvero esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità.
Sono questi i fattori che i sistemi di ranking prendono in considerazione per capire se una pagina merita visibilità. Tra tutti, l’affidabilità è il perno centrale. Un contenuto può dimostrare esperienza diretta, approfondita competenza o autorevolezza nel settore, ma ciò che conta di più è che risulti credibile, onesto e verificabile.
In particolare, i contenuti che trattano temi sensibili — come la salute, la finanza o la sicurezza — devono rispondere a standard qualitativi ancora più alti. Google li definisce YMYL, “Your Money or Your Life”: argomenti che possono avere un impatto reale sulla vita delle persone. In questi casi, l’algoritmo cerca segnali forti di E-E-A-T per decidere chi premiare.
Ad aiutare Google in questa missione ci sono anche i valutatori della qualità: persone reali, formate per esaminare e giudicare i contenuti secondo criteri rigorosi. Le loro valutazioni non influenzano direttamente il ranking, ma servono come feedback di controllo, proprio come le recensioni aiutano un ristorante a migliorare il servizio.
Conoscere le linee guida dei quality rater significa mettersi nei panni di chi valuta e migliorare i propri contenuti sulla base di ciò che davvero conta: l’utilità per le persone.
Chi, come e perché: le tre domande per creare contenuti di valore
Questi tre aspetti fondamentali sono alla base dell’approccio che Google premia: aiutano a costruire fiducia, credibilità e trasparenza, elementi chiave per migliorare la percezione del contenuto da parte sia degli utenti che dei sistemi di ranking.
Chi ha scritto il contenuto?
Essere trasparenti sull’autore di un contenuto è un segno distintivo di serietà e autorevolezza. L’utente vuole sapere chi sta parlando. Non basta un nome in fondo alla pagina: è importante indicare in modo chiaro chi ha firmato l’articolo e, dove rilevante, offrire un collegamento a una scheda autore con informazioni concrete sulla sua esperienza, sulle sue competenze e sugli argomenti che tratta abitualmente.
Ti stai chiedendo se sei sulla strada giusta? Verifica:
- Il nome dell’autore è chiaramente visibile nella pagina?
- C’è una breve bio o una pagina dedicata che racconta chi è?
- La sua esperienza è coerente con i contenuti proposti?
Come è stato creato il contenuto?
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno ridefinendo il modo in cui si scrive, essere chiari sul processo di creazione è diventato fondamentale.
Hai testato personalmente un prodotto? Hai condotto una ricerca? Hai usato strumenti automatici per velocizzare la stesura?
Tutto questo va dichiarato con onestà: non per paura di penalizzazioni, ma per rispetto verso il lettore. Sapere come è nato un contenuto aiuta a valutarne meglio il valore.
Domande utili:
- È evidente se il contenuto è stato creato, in parte o del tutto, con l’aiuto dell’AI?
- Hai spiegato in che modo l’automazione ha contribuito (se l’ha fatto)?
- Hai aggiunto immagini, esempi, dati reali o altri elementi che dimostrano il tuo coinvolgimento diretto?
Perché è stato scritto questo contenuto?
Ogni contenuto nasce con un intento. E capire qual è quell’intento è essenziale per valutarne davvero la qualità.
Tra tutte le domande da porsi, il perché è quella che più di ogni altra rivela l’integrità del contenuto. È stato scritto per aiutare le persone o per scalare le SERP?
Se la tua risposta è: “Voglio offrire un’informazione utile, spiegare qualcosa che conosco, aiutare chi legge a risolvere un problema reale”, allora sei in perfetto allineamento con i principi dell’E-E-A-T.
Google valuta positivamente i contenuti che nascono da un’esigenza autentica di condivisione: rispondere a domande, educare, guidare, informare. Al contrario, penalizza chi produce testi con il solo scopo di attirare clic e manipolare il ranking, spesso usando l’intelligenza artificiale come scorciatoia.
Ricorda:
- Un contenuto scritto per le persone è più credibile, più duraturo e più efficace.
- Un contenuto scritto per i motori di ricerca è spesso generico, superficiale e a rischio penalizzazione.
Non è la presenza dell’AI a fare la differenza, ma l’intenzione con cui viene usata.
Se l’automazione è al servizio della qualità e viene dichiarata in modo trasparente, può essere uno strumento valido. Se diventa invece un mezzo per creare articoli in serie, senz’anima e senza valore, entra nel campo dello spam.
Riflessione finale: il contenuto ha valore?
L’autore è indicato chiaramente? Ha esperienza nel settore?
Sono spiegati i metodi di creazione? È stato usato l’AI in modo trasparente?
Nasce per aiutare chi legge o solo per scalare Google?
Dimostra esperienza, autorevolezza e affidabilità? Merita fiducia?
FAQ - Domande e Risposte
Come posso creare contenuti di valore?
Per creare contenuti di valore, parti da un’intenzione autentica: rispondere a un’esigenza reale. Scrivi pensando alle persone, dimostrando esperienza diretta, trasparenza e competenza sull’argomento.
Cosa sono i contenuti di valore?
Sono contenuti utili, originali, affidabili e pensati per soddisfare l’utente, non per manipolare il ranking. Informano, guidano o risolvono un problema, offrendo qualcosa in più rispetto ad altri.
Come posso creare contenuti di qualità?
Valuta ogni contenuto con le domande “chi, come e perché”. Cura la forma, evita errori, cita fonti autorevoli, mostra esperienza e aggiungi valore reale rispetto a contenuti simili online.
Come posso creare contenuti efficaci?
Un contenuto è efficace se raggiunge lo scopo per cui è stato scritto. Deve essere chiaro, completo, ben strutturato e in grado di soddisfare l’intento di ricerca dell’utente.
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